disciplina Montessori

Disciplina Montessori ed educazione gentile

Il termine “genitorialità gentile” viene generalmente attribuito a Sarah Ockwell-Smith, autrice ben nota ed esperta del sonno e di educazione. Per quanto il termine non sia mai stato utilizzato da Maria Montessori, i suoi principi fondamentali sono molto in linea con la filosofia montessoriana, tanto da formarne un complemento e supplemento perfetto all’applicazione del metodo a casa. I quattro principi della genitorialità gentile sono l’empatia, il rispetto, la comprensione e i limiti, parole che Maria Montessori ha usato spessissimo. Come racconto nel mio libro dedicato al metodo Montessori, questo due approcci aiutano a creare un ambiente sereno e ispirare dinamiche di amore e sostegno reciproco in famiglia. Andiamo ora a riflettere su come questi quattro principi si applicano nel contesto della disciplina Montessori.

regole chiare e coerenti

Quando penso all’importanza delle regole per i bambini, mi viene in mente come ci si sente non appena trasferiti in un paese nuovo. nei primi giorni è facile sentirsi persi e confusi, fino a quando non iniziamo ad avere qualche punto di riferimento, capire come muoverci e quali sono le aspettative nei nostri confronti. E’ lo stesso per i nostri bambini, compiono i primi passi in un mondo a loro sconosciuto. La disciplina Montessori incoraggia quindi i genitori a stabilire poche regole fondamentali che rimangono fisse ed invariabili. Con il tempo, queste regole andranno a costituire le fondamenta di base dalle quali i bambini possono esplorare il mondo in maniera sicura. Regole chiare e coerenti li aiutano a sentirsi al sicuro, a riconoscere le aspettative degli adulti nei loro confronti e rendono le loro reazioni prevedibili.  

linguaggio positivo

Una delle frustrazioni che noto più spesso nei genitori con cui lavoro, è la lotta quotidiana per convincere i bambini a comportarsi in modi accettabili per noi e la società. Le tecniche educative tradizionali usano accuse, minacce, comandi e avvertimenti che, oltre ad essere inefficaci, trasformano quello che dovrebbe essere un rapporto di amore in una lotta continua. La disciplina Montessori promuove invece un tipo di comunicazione positiva, basata sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. Ci sono, infatti, vari modi di comunicare lo stesso messaggio e i più efficaci non includono accuse, minacce o lamentele. Per esempio, un modo di interagire positivamente è quello di descrivere ciò che vediamo, senza aggiungere alcuna valutazione o sgridare il bambino per quello che sta facendo. Alle volte porre l’attenzione sul problema è abbastanza per aiutare i bambini a trovare una soluzione, utilizzando il minimo di parole necessarie e mantenendo un tono neutrale. 

Leggi questo articolo se sei vuoi scoprire le differenze tra l’approccio Montessori e l’educazione tradizionale. 

 

Montessori discipline

niente ricatti e ricompense

Quando convinciamo i bambini a seguire le regole attraverso punizioni, ricompense e ricatti, stiamo offrendo delle motivazioni estrinseche che li spingono a basare le proprie scelte sulle reazioni dell’adulto, sulla paura e sulla possibilità di ottenere una ricompensa. Per quanto queste soluzioni possano funzionare al momento e risolvere persino il problema, purtroppo non funzionano nel lungo termine, perché il bambino non interiorizza o comprende la motivazione di determinate regole. La disciplina Montessori pensa invece al lungo termine e incoraggia i bambini a prendere responsabilità delle proprie
azioni. Inoltre, guida il genitore nella ricerca di soluzioni insieme ai bambini.

conseguenze naturali

A differenza delle minacce, le conseguenze naturali hanno a che vedere con l’evento che sta accadendo. Per esempio, se un bambino corre in casa e sbatte la testa contro un angolo, quella è di per sé una conseguenza naturale. Invece, se stiamo giocando e in un momento di rabbia ci colpisce, la conseguenza è doverci o allontanarci per prenderci cura di noi stessi, interrompendo l’attività. Alcune volte, le conseguenze devono essere create da noi, come nel caso di un gioco che viene danneggiato intenzionalmente e che ci costringerà a togliere l’attività per un periodo, spiegandone il motivo. In questo caso, incoraggeremo i bambini a riparare al danno. Per esempio, se viene rotta la copertina di un libro, possiamo incoraggiarli ad aggiustarlo. Allo stesso modo, dopo un conflitto fisico con un altro bambino, potremmo suggerire di fare un disegno per l’altra persona o, ancora meglio, chiedere all’altro bambino che cosa possa farlo stare meglio.

essere da esempio

L’ultimo aspetto da prendere in considerazione, e che si collega direttamente a principi dell’educazione gentile, è il modo in cui comunichiamo con i bambini. Ricordiamoci che siamo i loro modelli di vita e che imparano soprattutto osservandoci più che ascoltandoci. Piccoli dettagli, come chiedergli per favore e dire grazie, usare un tono di voce gentile, abbassarsi alla loro altezza per parlargli, riducono la distanza e gli insegnano un modo di comunicare basato sul rispetto. 

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“Come evitare di dire no!”