Risvegli notturni nei bambini: perché accadono e cosa fare

I risvegli notturni nei bambini sono una delle sfide più comuni – e spesso più faticose – per i genitori. Quando è nata la nostra piccola Zara, le mie aspettative sul suo sonno erano completamente sbagliate, e questo mi ha causato non poche ansie. Online si trovano tantissime informazioni, ma fin dall’inizio sapevo che il mio approccio al sonno doveva essere coerente con i valori educativi in cui credo: il Metodo Montessori e la Genitorialità Gentile

Le difficoltà che abbiamo vissuto all’inizio mi hanno spinta a formarmi come coach olistica del sonno infantile e a creare una sezione dedicata al sonno proprio qui, su questo blog.

In questo articolo ti accompagnerò a scoprire perché i bambini si svegliano di notte, quali sono le cause più comuni dei risvegli notturni e cosa possiamo fare, come adulti, per supportarli con dolcezza. Lontano da metodi rigidi o soluzioni “miracolose”, ti propongo un approccio basato sull’ascolto, la comprensione dei bisogni del bambino e il rispetto dei suoi ritmi.

Foto dell'autrice, Raffaella Rossi, consulente Montessori e del sonno infantile

Sono Raffaella Rossi,

Consulente Montessori e del Sonno Infantile. Seguimi su Instagram Spotify per tutto il supporto alla genitorialità di cui hai bisogno.

Risvegli notturni nei bambini: è normale?

Uno degli aspetti che più mi ha sorpreso nel primo anno di vita di Zara è stato il fatto che i risvegli notturni siano continuati anche dopo i primi mesi. Che un neonato si svegli spesso, ce lo aspettiamo un po’ tutti. Ma ero convinta che, attorno ai 5-6 mesi, avrebbe iniziato a dormire tutta la notte. Non potevo sbagliarmi di più!

Non voglio dire che nessun bambino ci riesca, ma la maggior parte continua a svegliarsi regolarmente anche fino — e oltre — i due anni. Nei primi mesi, i risvegli notturni nei bambini sono fisiologici: servono per alimentarsi con frequenza e svolgono anche una funzione protettiva contro il rischio di SIDS. Superata questa fase, però, molti bambini continuano comunque a svegliarsi una o due volte a notte. A volte anche più spesso, se c’è qualcosa che li infastidisce o li disturba.

Nel nostro caso, Zara ha iniziato a dormire in modo regolare — senza svegliarsi — intorno ai due anni. Adesso dorme senza interruzioni dalle 19:30 fino alle 7 del mattino. Un sogno!

 

Le cause più comuni dei risvegli notturni nei bambini

Come già accennato, è del tutto normale che i neonati si sveglino spesso durante la notte. I risvegli notturni nei primi mesi di vita sono importanti: servono principalmente per alimentarsi con regolarità e, spesso, anche per essere cambiati. La fame e il bisogno di un cambio pannolino rimangono cause frequenti di risvegli notturni nei bambini, anche man mano che crescono.

Un’altra causa comune è legata a piccoli fastidi fisici, come un raffreddore o, per molti bambini, la crescita dei dentini. Per Zara, quest’ultima è stata una delle ragioni più ricorrenti, e abbiamo notato un impatto significativo sulla qualità del suo sonno.

Una causa spesso sottovalutata riguarda i salti nello sviluppo. Quando i bambini acquisiscono nuove abilità, il loro cervello è così attivo che anche il sonno può risentirne. Questi momenti sono spesso associati a quelle che vengono chiamate “regressioni del sonno” — che io preferisco definire “progressioni”, perché segnano un’evoluzione nel loro percorso di crescita.

Infine non dobbiamo sottovalutare quanto il bisogno di contatto, vicinanza e rassicurazione possa farsi sentire durante la notte, anche per i bambini più grandi. 

Neonato che dorme serenamente sul petto del genitore, simbolo di contatto, sicurezza e amore durante i risvegli notturni.

Come ridurre i risvegli notturni nei bambini

Il primo aspetto che ci tengo a condividere — e che per me è stato in parte liberatorio — è che il sonno dei bambini, proprio come quello degli adulti, non può essere controllato. Mi spiego meglio: c’è molto che possiamo fare per creare le condizioni più favorevoli all’addormentamento e a un sonno sereno, ma nessuno può garantirci una notte intera senza risvegli notturni nei bambini.

Tutto ciò che possiamo fare, con dolcezza e pazienza, è offrire un ambiente adatto, imparare a riconoscere i bisogni unici del nostro bambino e trasformare il momento della nanna in un’occasione di connessione e tranquillità. Quando il tuo bambino sarà pronto, i risvegli notturni spariranno.

Qui sotto trovi alcuni aspetti su cui può essere utile riflettere e lavorare.

Evita l’eccesso di stanchezza

Imparare a riconoscere i bisogni unici dei nostri bambini — e il loro modo personale di segnalare la stanchezza — è particolarmente importante per semplificare la fase dell’addormentamento e, spesso, anche per favorire una notte più serena. Un bambino troppo stanco può avere difficoltà ad addormentarsi, risvegliarsi nella prima parte della notte o svegliarsi molto presto al mattino.

Se questa situazione si ripete per diversi giorni, la stanchezza può influenzare negativamente il suo umore e anche il nostro, rendendo le giornate più faticose e stressanti per tutta la famiglia. Quando si parla di sonno, ci si concentra spesso solo sulla notte. In realtà, ciò che accade durante il giorno — attività, interazioni, stimoli — ha un impatto profondo sulla qualità del sonno, e può contribuire o meno a prevenire i risvegli notturni nei bambini.

Costruisci una routine rilassante prima della nanna

La ragione per cui le routine sono così importanti per i bambini piccoli è che offrono prevedibilità. Mi spiego meglio: nei primi anni di vita, il cervello dei bambini è in piena fase di sviluppo, espansione e assimilazione continua. Pensa a quante abilità stanno acquisendo, a quante situazioni nuove vivono ogni giorno, e a quante informazioni a cui sono esposti.

Una parte essenziale del lavoro del cervello è proprio organizzare tutto questo materiale e cercare schemi ricorrenti. Le routine non sono altro che una serie di azioni ripetute che aiutano i bambini a prevedere cosa accadrà dopo, facendoli sentire al sicuro e a proprio agio. Una routine serale rilassante può quindi facilitare l’addormentamento e contribuire a ridurre i risvegli notturni nei bambini.

Non esiste una ricetta valida per tutti: anche in questo caso, è importante osservare i bisogni unici del proprio bambino e quelli della famiglia, per rendere la nanna un momento piacevole da vivere insieme.

Crea L'ambiente adatto

Le caratteristiche fisiche dell’ambiente in cui il bambino dorme — e che frequenta nei momenti che precedono la nanna — sono fondamentali per favorire un sonno sereno. Durante il giorno, l’esposizione alla luce naturale è molto importante, mentre nella mezz’ora che precede l’inizio della routine serale è utile proporre attività poco stimolanti e, se possibile, ridurre luci e rumori.

Anche l’ambiente della nanna dovrebbe essere poco stimolante: buio durante la notte e, se gradito, con un lieve rumore bianco di sottofondo. Questi accorgimenti aiutano il bambino a rilassarsi e possono contribuire a ridurre i risvegli notturni.

La temperatura e l’umidità della stanza sono altri elementi da non sottovalutare. Possono essere monitorati con un semplice termometro: l’ideale è mantenere una temperatura attorno ai 18 °C e un’umidità compresa tra il 30% e il 50%. Naturalmente, in estate non sempre è possibile raggiungere questi valori, ma essere consapevoli dell’ambiente può aiutarci a scegliere i vestiti più adatti per dormire e rendere la stanza più confortevole.

Cosa fare quando il bambino si sveglia di notte

Così come rispondiamo prontamente ai bisogni dei nostri bambini durante il giorno, è importante continuare ad occuparci di loro durante la notte. Il legame di attaccamento che si crea a partire dai primi mesi tra il genitore e il bambino, si fonda sulla fiducia tra i due e sulla capacità dell’adulto di dimostrare affidabilità. 

Nei primi anni di vita, i bambini hanno bisogno di supporto per riaddormentarsi dopo un risveglio notturno, e questo può essere offerto nel modo meno invasivo possibile. Dopo aver verificato che i bisogni essenziali siano soddisfatti, possiamo offrire conforto e aiutare il bambino a tornare a dormire nel modo più adatto alla nostra famiglia.

 

Prenditi cura dei suoi bisogni fisici ed emotivi

L’ideale è mantenere gli stimoli al minimo: luci soffuse o buio completo, silenzio o suoni molto delicati. Questo aiuta a facilitare il riaddormentamento e a limitare il rischio che il bambino si svegli completamente. Cullare, allattare o dare il biberon, fare un piccolo massaggio, cantare una ninna nanna o semplicemente offrire una coccola e una parola dolce: sono tutti ottimi modi per rilassare il bambino e accompagnarlo nel sonno.

Offrire questo tipo di sostegno, con delicatezza e presenza, può fare una grande differenza nel gestire i risvegli notturni nei bambini, senza forzarli e senza creare ulteriore tensione.

Prenditi cura di te

Per quanto possiamo ripeterci che i risvegli notturni siano normali, questo non cambia il fatto che una notte interrotta possa farci sentire esausti e di cattivo umore al mattino.

Non esiste una soluzione universale neanche per questo, ma qualche piccolo accorgimento può aiutarci a stare un po’ meglio durante la giornata. Qui sotto trovi alcuni suggerimenti che hanno aiutato me, soprattutto dopo le notti più difficili con Zara:

  • Lascia andare la notte appena trascorsa e riparti da zero: restare di cattivo umore non ti aiuterà ad affrontare la giornata.
  • Fai una colazione nutriente, ricca di proteine e frutta fresca, ed evita di esagerare con il caffè.
  • Se puoi, esponiti alla luce naturale entro un’ora dal risveglio.
  • Concediti un po’ di movimento fisico, anche solo una passeggiata può fare la differenza.
  • Evita, se possibile, attività troppo stressanti per te e per il tuo bambino; privilegia momenti semplici e rilassanti.
  • Usa il tempo insieme per gestire le piccole faccende domestiche e sfrutta il riposino per dedicarti a qualcosa che ti fa stare bene.

Ricordati: anche tu meriti cura e ascolto. I risvegli notturni nei bambini fanno parte di una fase che, per quanto intensa, è temporanea. Se questo articolo ti è stato utile, condividilo con altri genitori che stanno vivendo la stessa esperienza.

 

Lascia una risposta