Bambini piccoli: coltivare la curiosità in sicurezza

Recentemente un genitore mi ha contattato per chiedere supporto su come affrontare al meglio i capricci della figlia. Come la maggior parte dei bambini piccoli, è energica, motivata e non ama la parola No. È costantemente in movimento, ama arrampicarsi e tocca tutto ciò che è raggiungibile con le sue mani. Quando qualcosa non va per il verso giusto, le sue reazione di pianto sono intense e preoccupano i genitori. Apparentemente, questo accade soprattutto quando le viene chiesto di non toccare qualcosa. Ecco cosa ho suggerito loro di fare.

riorganizzare lo spazio

Ecco una caratteristica fondamentale dei bambini piccoli: sono fatti per esplorare, toccare e andare oltre i limiti loro e imposti dall’esterno. Inoltre, non possiedono ancora la capacità emotiva o cognitiva di controllare i propri bisogni e desideri. È quindi nostro compito trovare un modo per tenerli al sicuro e proteggere allo stesso tempo la loro naturale curiosità. Uno dei primi passi per evitare di dover castrare la loro curiosità, è di rimuovere tutti gli oggetti che non possono essere toccati in sicurezza. Creare un ambiente in cui il NO non sia necessario, gli permette di esplorare liberamente, diminuisce la nostra ansia e ci evita di fare la parte estenuante del guardiano. 

ridirigere gli interessi

Rimuovere un oggetto o un mobile purtroppo alle volte non è proprio possibile e siamo costretti ad aiutare i bambini a comprendere e accettare i limiti. Un modo efficace è di reindirizzare le loro azioni verso un risultato che consideriamo accettabile. Prendiamo per esempio il lanciare le cose, un’abitudine che molti bambini piccoli prendono ad un certo punto. Per evitare che qualcosa si rompa o qualcuno si faccia male, potremmo offrire dei giocattoli adatti allo scopo oppure limitare il tirare allo spazio aperto. Se invece il problema è costituito dall’arrampicarsi sui mobili, potremmo riflettere sulla necessità di passare più tempo al parco o  ai bambini il tempo e ricordare loro di tenere i piedi per terra quando sono a casa. Un’altra soluzione è quella di distrarli verso un’altra occupazione. Nonostante sia una soluzione rapida, non va a rispondere ai loro bisogni è potrebbe rivelarsi inefficace nel lungo termine. 

bambini piccoli

restare calmi e risoluti

Anche e soprattutto quando i bambini piccoli spingono oltre i nostri limiti, hanno bisogno di sentire che abbiamo il controllo. Molti adulti hanno l’abitudine, per lo più acquisita, di reagire alzando la voce quando i bambini piccoli non ascoltano o non si comportano come vorrebbero. Un modo di comunicare che risulta invece molto più efficace è quello di esprimere esplicitamente le nostre aspettative, usando un tono di voce calmo ma fermo. Ad esempio, invece di dire “Non correre”, potremmo dire “Ricordati di camminare” o invece di “Non arrampicarti”, “Tieni i piedi per terra”. In questo modo non solo manteniamo un tono positivo, ma forniamo anche informazioni chiare sul comportamento che vorremmo vedere. Se invece il comportamento in questione è tollerato solo in determinate occasioni, potremmo fornire un’alternativa adeguata come “Andiamo in giardino se ti vuoi arrampicare” o “I lego sono per costruire, puoi invece lanciare il calzino”.

riconoscere i loro sentimenti

A volte niente di ciò che facciamo può impedire ai bambini piccoli di avere una reazione forte di pianto. Sebbene non sia piacevole per noi, è inevitabile e fa parte del processo che li porterà alla regolazione emotiva e allo sviluppo di abilità sociali. Quando ciò accade, per prima cosa chiedetevi se il NO sia davvero necessario. Se è così, fate un respiro profondo, attenetevi alla decisione presa e riconoscete quello che sta accadendo: “Capisco che volevi davvero/non volevi/non ti piace. Sei così arrabbiato/frustrato/deluso per questo”. Dopo aver riaffermato quanto accaduto ed etichettato la loro emozione, offrite del conforto: “Vuoi una coccola?”. Indipendentemente dalla risposta, rimanete vicini fino alla fine della crisi ricordando a me stesso che le tempeste emotive passano e che i bambini hanno bisogno della nostra presenza. 

Un commento

I commenti sono chiusi.