Mi capita spesso che i genitori mi chiedano di spiegargli che cosa sia il l’approccio Montessori, soprattutto nell’ambito delle genitorialità. Uno dei modi che trovo più efficaci è di paragonarlo a quelli che chiamo i metodi educativi “tradizionali“. Uso questo termine spesso e il più delle volte dandogli una connotazione negativa, ma credo sia importante spiegare bene a cosa mi riferisco. Sicuramente non lo uso per giudicare inadatti i genitori o educatori che non seguono il metodo Montessori. Ho incontrato genitori fantastici che non avevano mai sentito parlare di Maria Montessori. Allo stesso modo, educatori che si definivano “Montessoriani” e che avrebbero fatto meglio a scegliere un’altra professione. Con il termine “tradizionale” faccio riferimento esclusivamente a quei metodi di genitorialità autoritaria che sono ormai così consolidati nel tempo da non venire nemmeno messi in discussione. Quei modi di interagire a cui ognuno di noi si è adeguato almeno una volta senza rifletterci troppo e che spesso, non hanno nulla a che vedere con i bisogni reali dei bambini.
In questo articolo trovi una riflessione sul ruolo del genitore e gli effetti di un’educazione tradizionale ed autoritaria. Trovi anche tutti quelli che ritengo i punti di forza del metodo Montessori:
- l’interazione tra bambino e adulto
- l’indipendenza del bambino
- la fiducia nelle sue capacità
- il rispetto
- la disciplina
Sono Raffaella Rossi, Consulente Montessori e del Sonno Infantile.
Mi sono innamorata del Metodo Montessori nel 2016 e da allora non ho mai smesso di studiare e condividerlo.
una riflessione sul nostro ruolo di genitori
“Faccio del mio meglio, non è abbastanza?” è un pensiero comune tra i genitori. Non c’è dubbio che ogni essere umano possa fare, in qualsiasi ambito, non più del proprio meglio e che il fine ultimo non sia la perfezione. Non siamo macchine ma esseri umani con sentimenti, desideri e personalità in continua evoluzione. L’atteggiamento che ritengo pericoloso tra adulti che decidono di avere bambini è il “In qualche modo ce la caveremo”. Il credere che, per essere genitori, basti mettere al mondo dei bambini e il resto verrà da sé. Troppi adulti non sentono la necessità di imparare, ma danno per scontato che capiranno cosa fare, un po’ alla volta.
Nessuno vorrebbe presentarsi il primo giorno di un nuovo lavoro senza avere le conoscenze o capacità per affrontarlo, giusto? E allora, perché un ruolo cosi delicato ed importante quale quello del genitore, viene lasciato al caso?
Una riflessione sulL'educazione tradizionale
Lo stile parentale autoritario si è consolidato perché portato avanti di generazioni in generazioni. E’ spesso così radicato nel nostro essere che non ci rendiamo nemmeno conto di alzare la voce o non ci chiediamo che effetto possa avere l’usare la minaccia per convincere un bambino a fare qualcosa. Le ripercussioni di questo stile parentale non appaiono solo nell’immediato ma si propagano fino all’età adulta e possono rivelarsi in aspetti diversi, come la mancanza di autostima, l’insicurezza o la difficoltà nel gestire le emozioni.
Il metodo Montessori, come spiegato, parte innanzitutto da una solida consapevolezza dei bisogni reali dell’infanzia e si distingue dall’approccio tradizionale soprattutto nel modo in cui l’adulto interagisce con i bambini. Vediamo alcuni esempi.
Conoscenza dei bisogni dei bambini
Ciò che apprezzo di più dell’approccio Montessoriano alla genitorialità e all’insegnamento è che si basa su una conoscenza profonda delle necessità ed esigenze dei bambini. Questa conoscenza fornisce agli adulti gli strumenti di base per creare un ambiente sano e le condizioni migliori di sviluppo. Le buone intenzioni, purtroppo, se non sono supportate da una conoscenza di base dei bisogni della prima infanzia, possono non essere abbastanza o perfino controproducenti, soprattutto quando si è inconsapevolmente guidati da credenze e comportamenti negativi costruiti nella nostra infanzia. Per esempio, se siamo cresciuti in un ambiente in cui la disciplina veniva impartita a suon di minacce e paura, è probabile che finiremo per seguire lo stesso approccio, in maniera più o meno consapevole, senza chiederci se sia un metodo efficace o valido. Questo stile parentale è tra i più comuni e il più difficile da scardinare perché profondamente radicato in noi stessi.
A seguire trovi tutti quelli che ritengo dei punti forza del metodo Montessori.
Rapporto paritario tra adulto e bambino
Nell’educazione tradizionale l’adulto si pone in posizione di superiorità, impartisce le regole ed esige il rispetto da parte del bambino. L’approccio Montessori mira invece a creare un rapporto paritario, basato sulla fiducia e sul rispetto. I bambini sono ritenuti individui abili, resilienti e capaci di fare delle scelte, con il nostro supporto. Questa posizione di rispetto si esprime in modi diversi, dal validare i sentimenti espressi, al modo in cui comunichiamo e supportiamo i loro interessi. In famiglia, si esprime soprattutto nel dargli la possibilità di contribuire attivamente alla vita di tutti i giorni, alle faccende domestiche e permettendogli di utilizzare utensili reali, in vetro e ceramica, invece di oggetti di plastica. Sentirsi rispettati e ascoltati ha un impatto fondamentale in questi primi anni di vita in cui vengono costruite le fondamenta della nostra personalità e si creano le basi di sviluppo dell’autostima e della sicurezza in sé stessi.
Fiducia nella motivazione interna
I bambini sono guidati da un desiderio innato di apprendere e svilupparsi. Il ruolo dell’adulto è quello di ascoltare, comprendere e guidare i bambini con gentilezza verso lo sviluppo della propria individualità, fornendo occasioni di apprendimento e interazione attiva con l’ambiente e proteggendo la loro naturale curiosità e desiderio di esplorazione. Le nostre case, costruite per soddisfare le necessità degli adulti, che con l’arrivo dei bambini, le modificano aggiungendo barriere volte a fermare i bambini e evitare incidenti. Non essendo un ambiente creato a misura di bambino, gli adulti si trovano costretti a sgridare e riprendere continuamente, riducendo la comunicazione ad una serie di frasi negative e ordini e mortificando la curiosità dei bambini. Creando un ambiente che invita l’esplorazione in maniera sicura, l’adulto si libera dal ruolo di poliziotto in casa propria, proteggendo allo stesso modo il desiderio naturale di imparare e la curiosità dei bambini.
Un metodo creato per adeguarsi all’individuo singolo
I metodi tradizionali educativi pretendono che i bambini si adattino alle richieste e aspettative degli adulti in maniera uniforme, senza tenere conto delle differenze individuali. Lo stile parentale Montessori, d’altro canto, è basato su dei principi generali che ci guidano nell’adattare l’ambiente e noi stessi alle esigenze singole e uniche di ogni bambino. Il motto del metodo Montessori “Seguire i bambini”, nasce dal presupposto che ogni essere umano sia differente e che questa unicità debba essere protetta. Seguire i bambini significa sia essere a conoscenza delle tappe fondamentali dello sviluppo dell’infanzia che sono comuni a tutti, sia riconoscere e accettare che ogni bambino attraverserà queste tappe in maniera differente e unica.
Visione olistica dello sviluppo
L’educazione tradizionale tende a suddividere in compartimenti le diverse aree di sviluppo e non tiene conto dell’influenza dello sviluppo emotivo e del benessere sulla crescita e l’apprendimento. Il metodo Montessori promuove una visione olistica dello sviluppo in cui ogni aspetto della crescita è importante e influenza gli altri. Lo sviluppo fisico viene assicurato offrendo continue opportunità di movimento; lo sviluppo emotivo è promosso grazie ad adulti empatici e gentili che non reprimono i bisogni dei bambini ma li rispettano, guidandoli durante la navigazione dei sentimenti più forti. L’approccio pratico e manipolativo soddisfa il bisogno di imparare facendo, supportando lo sviluppo cognitivo e favorendo lo sviluppo della creatività e del pensiero critico.
L'indipendenza
La sopravvivenza di un neonato nei primi mesi di vita dipende dall’adulto, che è responsabile di dare da mangiare, mantenere al caldo, tenere pulito e curare il bambino in tutto e per tutto. I metodi educativi tradizionali scambiano questa dipendenza fisica per incapacità, circondando i bambini di adulti che fanno continuamente cose al posto loro, senza dargli la possibilità di provare. In realtà, nei primi sei anni, i bambini sono motivati da un desiderio innato di fare da sé, diventare fisicamente indipendenti e, se messi in condizione, si rilevano capaci e abili. Il metodo Montessori riconosce e valorizza questo bisogno creando un ambiente che li incoraggia a vestirsi, mangiare, lavarsi e perfino contribuire alle faccende domestiche. L’indipendenza viene supportata per gradi, creando equilibrio tra ciò che possono fare da soli e di quando hanno bisogno di noi. Fare le cose da sé, provoca grande soddisfazione nei bambini e supporta lo sviluppo dell’autostima.
La disciplina interna
Il metodo Montessori considera la disciplina come un processo che porta il bambino, grazie all’equilibrio tra libertà di scelta, indipendenza di movimento e limiti posti dall’adulto, ad interagire in maniera positiva con l’ambiente circostante e con gli altri. Nei metodi educativi tradizionali, il genitore è visto come una figura autoritaria che ha il compito di imporre le regole e farle rispettare, spesso in maniera incontestata. Secondo il metodo Montessori, la vera disciplina non è spinta dal desiderio di soddisfare chi ci sta intorno o dalla paura, ma è guidata da una motivazione interna e dalla comprensione delle regole del vivere in società. Libertà e disciplina non possono esistere separatamente. Dando la possibilità ai bambini di seguire e sviluppare i propri interessi, offrendo libertà che sono consone al loro livello di sviluppo, guidando, reindirizzando e modificando l’ambiente, i bambini arrivano ad interiorizzare le regole e rispettarle comprendendone le ragioni.
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