Nel gennaio 2022, con mia sorpresa e immensa gioia, ho scoperto di essere incinta. Quando abbiamo iniziato a prepararci all’arrivo di Baby Z, ho iniziato a chiedermi come (e se) avrei potuto incorporare tutto ciò che ho imparato come insegnante Montessori nel mio stile genitoriale. Che tipo di genitore sarei stata? E’ possibile seguire il metodo Montessori dalla nascita? Prima che la nostra bimba nascesse, più di una persona ha sentito la necessità di avvertirmi che tutti i consigli che avevo raccolto nel mio recente libro, sarebbero stati inutili con i miei figli: dicendomi “eh, vedrai quando avrai figli tuoi! “. Così, sin dai primi giorni di vita di Baby Z, ho iniziato a riflettere su queste parole e sul mio nuovo ruolo di mamma, per capire se tutto quello che so sul metodo Montessori possa essere applicato anche da genitore.
L'istinto è importante...
I primi sentimenti che ho provato quando ho finalmente conosciuto Baby Z, sono stati sia di gioia che di paura. Ad essere sincera, l’idea di seguire Montessori dalla nascita era l’ultimo delle mie preoccupazioni e la mia mente era completamente concentrata sull’enorme peso di essere responsabile per la vita di un essere umano. Fortunatamente, mi è stato detto, i genitori sviluppano un istinto unico che permette di prendersi cura dei proprio figli come nessun altro potrebbe fare. Così, mentre attendevo l’attivazione di questi super poteri, ho iniziato a chiedermi se fosse una buona idea affidarmi interamente a questo fantomatico istinto. Può un genitore, provato dalla mancanza di sonno, tirato in mille direzioni come spesso accade, e inconsapevolmente influenzato dai propri traumi infantili, affidarsi completamente al proprio istinto?
...Ma non basta
Senza dubbio, il legame tra il bambino e le persone che se ne occupano di più, dà qualche vantaggio, ma non credo sia sufficiente. Altrettanto importante è lavorare su se stessi. Per questo motivo, dalla nascita di Zara, ho cercato di fare quello che ho sempre fatto nel mio ruolo di insegnante: leggere, informi, chieder consiglio e aiuto. Ogni giorno osservo e imparo a conoscere questo piccolo essere umano, i suoi bisogni e il suo modo unico di comunicare. Che poi, questo significa proprio seguire il metodo Montessori dalla nascita: mettersi in ascolto del bambino unico che abbiamo davanti. E’ incredibile come, ogni volta che mi sembra di essere “arrivata” a qualche conquista (Ci sono! Ho capito quello che devo fare!), Baby Z ha già cominciato a cambiare e dobbiamo ricominciare da capo. Quello del genitore è davvero il mestiere più destabilizzante che esista!
Si parte dal rispetto
Quando parlo con altri genitori del metodo Montessori, utilizzo spesso la parola “rispetto“, consigliandolo come punto di partenza per avvicinarsi a questo approccio parentale. Per partire da un esempio, qualche tempo fa mi sono trovata ad una festa di compleanno e per caso, ho avuto occasione di osservare due genitori prepararsi per andare via. Dopo aver salutato gli altri invitati e raccolto le giacche, si sono avvicinati al loro bambino, che in quel momento era occupato a giocare con un altro adulto. Senza alcun preavviso, approcciandolo da dietro, hanno cercato di infilargli il cappello e la sciarpa, causando una reazione immediata e negativa, che è precipitata velocemente quando hanno cercato di infilagli la giacca. Un bel pomeriggio di gioco e divertimento, finito con il bambino che grida e si rotola a terra mentre i genitori cercano di vestirlo a forza.
In che modo questo episodio si collega alla parola rispetto? Pensiamoci bene, come reagireste se qualcuno vi approcciasse di soppiatto, senza preavviso, forzandovi ad indossare dei vestiti e a lasciare una festa in cui vi state divertendo? A nessun adulto passerebbe per la testa di comportarsi così con un altro adulto, eppure, quando si tratta di bambini, sembra sia un atteggiamento assolutamente normale. Sebbene gli adulti debbano avere in mano il potere di prendere certe decisioni (per esempio, quando è ora di andare a casa), il bambino ha comunque il diritto di essere informato di quanto sta per accadere. Inoltre, scegliendo la via della collaborazione, possiamo evitare dei momenti di delirio di questo tipo e finire la giornata in maniera positiva per tutti. E allora, come possiamo introdurre la parola rispetto nell’interazione con i bambini più piccoli e seguire, quindi, Montessori dalla nascita?
Comunicazione e coinvolgimento
Se la comunicazione è scarsa con i bambini grandi, è spesso rara con con i neonati e gli adulti tavolta non si rendono conto di quanto la loro interazione sia poco gentile e rispettosa. Ci aspettiamo che i bambini accettino di essere forzati, spinti, tirati senza nessuna lamentela.
Tenendo a mente le parole rispetto e gentilezza, cerchiamo di coinvolgere Baby Z nella vita di tutti i giorni. Con parole semplici e chiare, le raccontiamo cosa sta succedendo, che sia un cambio di pannolino, l’essere presa in braccio o il prepararsi per uscire. Narrare quello che sta succedendo, non solo la tiene informata, ma ci permette di introdurre vocabolario nuovo, validare le sue emozioni e rendere significativa ogni interazione. Fondamentalmente, si tratta di dimostrare rispetto nei suoi confronti, il rispetto che ogni essere umano si merita. D’altra parte, non è mai troppo presto per dimostrare un esempio di interazione positiva, tanto meno ad un bimbo che sta assorbendo le primissime impressioni del mondo.
Tuning in - sintonizzarsi
Mentre studiavo per il Diploma in Pedagogia Montessoriana a Londra, ho imparato l’espressione “Tuning in”, che non avevo mai sentito in riferimento ai bambini. La traduzione è sintonizzarsi, ovvero ascoltare in maniera attiva ciò che l’altra persona ci sta dicendo, adattandoci al loro unico linguaggio e modificando il nostro atteggiamento in base al messaggio comunicato. Questo è particolarmente importante con i neonati, perché non possono ancora comunicare a parole. La nostra risposta alle loro richieste crea la base della loro interpretazione del mondo e interazione con gli altri. Quando rispondiamo con cura e affetto alle loro richieste, cominciano ad imparare che la loro voce conta e che il mondo (o la piccola porzione di mondo che per ora conoscono) è popolato da persone di cui possono fidarsi. Quei primi mesi, in cui i bambini osservano e assimilano tutto a livello più basilare, sono cruciali per il loro sviluppo. .
il Metodo Montessori dalla nascita
Insomma, questi primi due mesi, così intensi e meravigliosi, sono stati un continuo lavoro su me stessa, con Baby Z e il mio partner. Per rispondere alla prima domanda, credo fermamente che si possa seguire il metodo Montessori dalla nascita, sin dai primi giorni. L’approccio parentale Montessoriano si basa prima di tutto sul rispetto e gentilezza che mostriamo nei confronti dei bambini, anche quelli più piccoli. Nel lavoro infinito richiesto ai genitori, credo sia importante focalizzarsi prima di tutto sui valori essenziali, quelli che non possono essere sacrificati. Raccontare, descrivere, informare, mette le basi per la cultura del rispetto reciproco. Rispondere prontamente ai loro bisogni li fa sentire al sicuro in un mondo tutto nuovo. Infine, riconoscere i loro sentimenti e la necessità di esprimerli, gli insegna che la loro voce è valida ed è ascoltata. Per ora comincio da qui, e per il resto, vi terrò aggiornati.
To be continued…
[…] e ti sei fatto male” “Volevi restare al parco di più e sei molto deluso” o perfino con un neonato:”non vuoi cambiare il pannolino e sei arrabbiato”. Questo approccio non solo li aiuta a […]
[…] tummy-time, ovvero il tempo che un neonato passa disteso sulla pancia, sveglio e sotto la supervisione di un adulto, viene raccomandato fin dai […]