L’espressione “bambino cattivo” è spesso utilizzata nel linguaggio comune per rimproverare i bambini. Molti di noi sono così abituati a usarla e sentirla che non probabilmente non ci facciamo nemmeno caso. Tuttavia, il fatto che un’espressione sia ampiamente diffusa non significa che sia corretta o positiva. ANZI, proprio quando un certo tipo di linguaggio o interazione diventa comune, è importante riflettere se rispecchia davvero i nostri valori e se la stiamo usando solo per convenzione sociale o per abitudine.
In questo articolo trovi:
- Una riflessione sugli effetti di questa espressione sull’autostima del tuo bambino
- Gli effetti che ha sul suo comportamento
- 3 valide alternative che puoi iniziare ad usare subito
Sono Raffaella Rossi, Consulente Montessori e del Sonno Infantile.
Ti aiuto a creare un rapporto di fiducia e rispetto con i tuoi bambini, grazie alla Genitorialità Gentile e il Metodo Montessori.
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Perchè ti sconsiglio di usare etichette negative come "bambino cattivo"
Che cosa sono le “etichette”? Torna indietro alla tua infanzia, e prova a ricordare se qualcuno ti abbia mai chiamato timido, quando non volevi salutare la Zia Maria che non avevi mai conosciuto prima, o testardo, per aver deciso di aver deciso di non mangiare quel piatto che proprio non ti piaceva. Scorri ora veloce all’età adulta, e pensa a quelle espressioni generiche che ci si scambia all’interno della coppia nei momenti di rabbia o frustrazione: “Non fai mai questo…!” o “Fai sempre così..!” e a quanto siano fastidiose e ingiuste. Nessuno è sempre una cosa o un’altra, siamo esseri umani fatti di tante sfumature. Il problema di usare spesso espressioni così definitive con i bambini è che finiscono per identificarsi con quella descrizione, che arriva per di più dalle persone più importanti della loro vita.
Gli effetti negativi sulla sua autostima
Nei primi anni, la relazione che i bambini instaurano con noi genitori è fondamentale da tanti punti di vista, soprattutto per la costruzione della loro personalità. È attraverso le tue parole e le tue interazioni che il tuo bambino crea l’immagine di sé che lo accompagnerà per tutta la vita. Quando un bambino viene ripetutamente descritto in maniera negativa, con parole come “cattivo” o altre espressioni offensive, finirà per definire se stesso all’interno di questi confini. Questo processo avviene in modo inconscio e, col tempo, mina la stima che il bambino ha di sé. Se vuoi saperne di più su come supportare l’autostima del tuo bambino, non perdere questo articolo.
Come influenza il suo comportamento
La visione che il tuo bambino ha di se stesso influenza profondamente il suo comportamento. Ogni giorno, attraverso le tue parole e azioni, tuo figlio impara a capire quali sono le tue aspettative nei suoi confronti. Se viene costantemente descritto come un “bambino cattivo,” inizierà a credere che questa sia la sua identità. Questo non solo danneggia la sua autostima, ma lo incentiva anche a perpetuare quei comportamenti indesiderati che vorresti evitare. In sostanza, le tue parole possono diventare una sorta di profezia che si autoavvera, consolidando in lui un’immagine negativa di sé e spingendolo a comportarsi di conseguenza.
Che cosa impara
L’uso costante del rimprovero per affrontare comportamenti inappropriati limita le opportunità del tuo bambino di apprendere cosa dovrebbe fare al loro posto. Ad esempio, se il tuo bambino butta un bicchiere a terra, rompendolo e bagnando il pavimento, il rimprovero focalizza la sua attenzione solo sul fatto che ha sbagliato e sulla tua reazione negativa. Al contrario, un approccio che si concentri su ciò che il bambino può imparare dall’errore lo aiuta a sviluppare nuove abilità e una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle sue azioni.
Una valida alternativa
- Ci sono molti modi di comunicare in maniera positiva e senza usare alcuna etichetta, simile a quella “Bambino cattivo”. Vediamo alcune:
- Cerca di evitare qualsiasi giudizio che riguardi la sua personalità e la sua persona, e concentrati invece sul comportamento, descrivendolo utilizzando toni neutri. Ad esempio, se noti un interazione poco gentile con un altro bambino, invece di chiamare il tuo bambino cattivo, puoi descrivere quanto è successo. “I morsi fanno male” oppure “Gli hai fatto male, guarda come piange”.
- Concentrati su comportamento che ritieni adeguato e su quello che può fare. In questo modo, gli offri degli strumenti pratici per affrontare la situazione in maniera differente la volta successiva. Ad esempio, quando rompe qualcosa, potresti ricordare che è importante maneggiare gli oggetti con cura e mostrare come rimettere in ordine. In questo modo, un errore si trasforma un un’occasione per imparare. Nel caso del morso, potresti suggerire un comportamento positivo, come aspettare il proprio turno per prendere un gioco oppure chiedere prima di prendere qualcosa.
- Infine, è possibile anche notare i progressi fatti dal nostro bimbo, per esempio dicendogli “Hai avuto tanta pazienza ad aspettare il tuo turno!” , lodando la nuova capacità acquisita.
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[…] faccio qualche esempio per aiutarti a capire: un bambino che viene spesso chiamato “monello” o timido, potrebbe nel tempo identificarsi con questo tratto del carattere. Un altro, che non […]
[…] di sgridare il tuo bambino o di dargli spiegazioni lunghe sul perchè non può mordere. Usa poche parole per spiegare che il […]
[…] Allontanare i bambini da noi nel momento di difficoltà, significa a tutti gli effetti dirgli “Ti voglio bene, ti voglio vicino, solo quando ti comporti bene”. Questo messaggio implica che il nostro affetto nei loro confronti, invece di essere incondizionato come dovrebbe essere, è legato al loro comportamento e potrebbe cambiare in ogni momento. Come potete immaginare, è una sensazione che crea disagio e insicurezza nei bambini, e può portare in futuro al peggioramento del loro comportamento. Inoltre, si rischia che il bambino non faccia differenza tra la punizione del comportamento e della persona, assumendo su se stesso l’etichetta del “cattivo“. […]